Il fatto che voglio narrare risale a 20 anni fa, nel contesto di un tipico sabato sera d’estate, in centro con amici, tra birrerie e discoteche del Regno Unito.
Quella sera come molte altre rientrai a casa con l’autobus, sfruttando una linea notturna appositamente per i giovani, perché li è tutto ben organizzato. Saranno state circa le 3/4 del mattino, scesi alla mia fermata per poi proseguire a piedi circa 15 minuti e arrivare a casa (vivevo con gli zii e cugini).
Arrivato a casa, come sempre, misi in ordine le mie cose, feci la doccia e andai a dormire nella mia camera che era al primo piano (le case inglesi standard sono disposte a schiera su due piani).
Mi addormentai velocemente e ricordo che mi risvegliai solo per la necessità di dover andare in bagno. Tornato a letto guardai l’ora poco prima di riaddormentarmi: erano le 8 di domenica mattina, quindi non avendo la giornata libera pensai di poter proseguire il mio sonno. Ma non avevo fatto i conti con “il volo!”
Nella mia mente era un sogno ma non mi aspettavo che il mio corpo reagisse come fosse reale: infatti quella mattina mi alzai e mi lanciai dalla finestra. Defenestrato! Proprio come Superman, pugni davanti, lanciato in volo da una finestra al primo piano.
Ora ci scherzo su, ma ho rischiato davvero molto.
Ricordo che nel sogno mi sentivo davvero molto, ma molto forte, avvertivo una sensazione di intrappolamento e che mi dovevo liberare.
Volato dalla finestra, mi sono ritrovato sul tetto della cucina (per fortuna la casa aveva un’estensione sotto alla quale si trovava la cucina). Ricordo ancora che dal tetto della cucina guardavo giù e vedevo l’erba verde del giardino ma credevo di stare sognando. Non ricordo come sono sceso dal tetto al giardino ma sentito tutto quel trambusto si svegliò tutta la famiglia della zia chiedendomi cosa avessi fatto…
Venne l’ambulanza e mi chiesero se avessi assunto qualche droga ma cosciente di non aver preso nulla io negai! Perciò i medici dissero che qualcuno aveva messo qualche sostanza allucinogena nel mio drink la sera prima, ma a nessuno, me compreso, venne il sospetto potesse trattarsi di una malattia, e nessuno pensò di legare la cosa all’eccessiva sonnolenza diurna.
Oltre 15 anni dopo, in Italia, al mio ricovero per diagnosticare la narcolessia, raccontai l’incidente del mio volo ai medici, che mi confermano che è stato un episodio di “Rapid eye movement sleep behavior disorder” (RBD), una caratteristica rara ma possibile nelle persone con disturbi del sonno.